La mia storia
Sono di Pisa. Dopo venti anni come dipendente ospedaliero adesso faccio
il chirurgo ortopedico e il coach come libero professionista. Considero il lavoro come
parte fondamentale della mia vita, insieme alla mia famiglia e alle mie passioni.
Sono pianista (per sbaglio), amo fare sport (corsa, bici, vela) e trascorrere il tempo libero all’aria aperta.
Di recente ho scoperto la fotografia per la sua capacità di ispirare emozioni. Mi piacciono le persone che rispettano l’ambiente
e hanno senso civico.
Cosa faccio come medico:
Mi dedico alla cura di patologie ortopediche a livello di spalla, gomito, mano, anca, ginocchio, piede.
In particolare effettuo interventi chirurgici per patologie della mano, come sindrome del tunnel carpale, dita a scatto, morbo di Dupuytren , tendiniti e tenosinoviti, rizoartrosi, neoformazioni, cisti, patologie compressive dei nervi periferici agli arti, fratture di piccoli segmenti scheletrici.. Mi occupo di terapia infiltrativa articolare.
E’ possibile fare anche interventi di chirurgia protesica di anca e ginocchio, e chirurgia artroscopica del ginocchio.
Effettuo gli interventi chirurgici presso Case di Cura Convenzionate , in Toscana e non : Casa di Cura Santa Zita, Lucca; Casa di Cura San Camillo, Forte dei Marmi; Casa di Cura Alma Mater La Spezia, Casa di Cura PFH (Parma).
Durante la visita medica ambulatoriale utilizzo gli step di ascolto e dialogo con il paziente secondo il modello stabilito da esperti di comunicazione in medicina Americani e Canadesi riunitisi a Kalamazoo (USA) nel 1999.
Tali step si basano sull’ascolto e sull’empatia , ma uno è particolarmente nuovo e rilevante: la comprensione del punto di vista del paziente. Si passa dal “Disease “Model (modello di malattia in senso strettamente medico scientifico) al concetto di “Illness” Model (malattia come realtà che pervade tutta l’esistenza del paziente). Capire cosa significa quella malattia per il paziente significa capire cosa si aspetta dalla terapia e cosa posso offrirgli. Il paziente condivide in autonomia il trattamento terapeutico.
Cosa faccio come coach:
Il coach non è uno psicologo: non si occupa di deficit ma di potenzialità.
La felicità è un “benessere soggettivo” e in parte dipende dalla tua volontà: dipende dal grado di
realizzazione personale, dalle relazioni positive con gli altri, dal significato che dai ai fatti della vita.
Anche lo stato di salute contribuisce al benessere e dipende in gran parte da una buona routine quotidiana
fatta di esercizio fisico regolare, tecniche di riduzione dello stress, un buon equilibrio tra gli impegni
e i momenti di relax. Scoprire tutto questo e metterlo in pratica porta a un grado di benessere
sicuramente maggiore, che aiuta anche chi ti sta intorno a vivere meglio.
Il coach conduce le persone, attraverso un metodo ben preciso, in un processo autonomo alla scoperta delle
proprie potenzialità e quindi alla realizzazione di obiettivi sfidanti per la propria vita. Ti aiuta a chiarire
la “visione” personale che hai della tua vita e a intraprendere nuove strade per realizzare ciò che solo tu sei
chiamato a fare. Tale processo è caratterizzato da cinque elementi che sono: consapevolezza, fiducia, scelta,
responsabilità, autonomia. Infatti sei tu che cammini con le tue gambe, il Coach è solo una guida.